Pubblichiamo il post di Federica Montuori, partecipante alla sesta edizione del Master.

Questo post nasce dalla necessità di approfondire il concetto di guerriglia marketing, un argomento affrontato diverse volte all’interno delle lezioni del Master.

Il termine “guerrilla” entra a far parte del marketing con Jay Conrad Levinson. Si tratta di una forma di marketing non convenzionale che penetra nel quotidiano utilizzando una serie di strumenti, anche “invasivi”, con l’obiettivo di generare attenzione e viralità in un contesto comunicazionale sempre più caotico e affollato.

Il target di riferimento, in questa prospettiva, va innanzitutto coinvolto e, per certi versi, “provocato” emotivamente. Le forme che può assumere questo tipo di marketing sono innumerevoli: si va dallo “street marketing”, in cui la comunicazione avviene per le strade della città, trasformando forme e colori di elementi urbani proprio per cogliere di sorpresa i passanti, fino ad arrivare al “beamvertising”, con installazioni e proiezioni in luoghi insoliti.

Gli elementi essenziali delle azioni di guerrilla marketing sono l’effetto sorpresa, la novità, l’esagerazione, la diffusione in aree definite: tutti ingredienti che consentono di ottenere l’attenzione del pubblico e renderlo partecipe di un’esperienza unica. Fondamentale è però sfruttare un’idea che sia originale e capace di attirare la curiosità.

Affinché un messaggio di guerrilla marketing sia efficace deve essere focalizzata l’attenzione su un’attenta progettazione del messaggio, partendo da un piano di marketing specifico, analizzando il pubblico, il prodotto e la concorrenza. Per vedere come tali tecniche sono implementate concretamente si può visitare il blog Bloguerrilla.

Ecco anche un video con alcuni esempi e case di successo.

Insomma, in tempi di crisi, con i budget destinati al marketing e alla comunicazione sempre più ridotti, una buona strategia di guerrilla marketing può essere forse una soluzione da prendere in considerazione.

Federica Montuori