(Se sapete già cos’è un hackathon o se avete poco tempo, saltate alla parte finale per leggere gli 8 consigli!)

Questo sabato ti andrebbe di metterti in macchina alle 6.30 di mattina, guidare da Empoli (FI) a Roncade (TV), lavorare 24 ore consecutive senza retribuzione – dalle 10 del sabato fino alla mattina successiva – poi guidare di nuovo fino a casa, tentare di riprenderti e il giorno dopo iniziare una nuova settimana di routine?

Con tutti gli accorgimenti del caso fatti da chi sa come vendere qualcosa, era comunque questo che vedevo nel fine settimana che mi aspettava quando mi chiesero di partecipare ad H-ACK Wine ad H-FARM. Sapevo, più o meno, cos’era un hackathon: decine (centinaia?) di persone che si riuniscono per portare innovazione in un dato ambito lavorando senza sosta ad un progetto per un periodo di tempo prestabilito bevendo un sacco di energy drink. Hackathon nasce dalle parole “hack” e “marathon” ed è proprio di questo che si tratta, in effetti: di una maratona.

È così che funziona un H-ACK. All’arrivo viene consegnato un braccialetto di colore corrispondente al ruolo con cui ci si è iscritti all’evento: marketer, designer, developer. Già nella prima ora che precede la presentazione dei brief da parte delle aziende che hanno deciso di farsi hackerare si ha un assaggio di ciò che avverrà dopo: iniziano vere e proprie “contrattazioni” per cercare tra i partecipanti la figura che manca per costituire un gruppo perfetto.

Viene poi il momento delle presentazioni delle aziende: ad H-ACK wine erano presenti Allegrini, Ferrari e Vinitaly come brand del vino pronti a farsi hackerare. H-FARM ci aveva già fatto avere via mail i loro brief ma ascoltare Marilisa Allegrini, Camilla Lunelli (Ferrari) e Stevie Kim ha chiarito le idee.

Il bello, però, inizia dopo. Terminata la parte “istituzionale” si viene investiti dall’aria informale che caratterizza un hackathon. L’informalità si presenta sotto forma di tempesta che l’invito di H-FARM per “salire sui tavoli” trasforma in tornado. In un’ambientazione che farebbe invidia ad un black friday a Wall Street si assiste ad ogni genere di trattative e bassezze: voltafaccia (ho già detto di sì ad un team ma li lascio a bocca asciutta e vado in un altro), baratti (“io ti do un developer se tu mi dai due grafici, dai, tanto ne hai altri due!”), urla (“un marketer per Allegriniiiiii”), affannose ricerche per individuare qualcuno con un braccialetto del colore giusto.

Terminata questa fase in cui mi sono calato non troppo bene nella parte (non ero preparato ad una cosa del genere), riesco comunque a dare vita ad un team assieme al mio compagno d’avventura toscano (grafico) e ad altri ragazzi conosciuti sul momento.

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Per non annoiarvi e per non spoilerare tutto ciò che è un H-ACK non vi racconterò di come io e i miei compagni d’avventura ci siamo ricordati di dirci i nostri nomi soltanto dopo un paio d’ore perché prima eravamo troppo presi dal lavoro, di come abbiamo legato, delle discussioni appassionate intorno a temi che poi ci accorgevamo essere veramente inutili, della nostra web app, delle partite notturne a biliardino, dei confronti con i Lunelli (proprietari del brand Ferrari) alle due di notte, dei contest notturni, delle 2 ore dormite tra il biliardino e una pianta nella serra di FARM, della pizza, della Red Bull, della tensione che ha cancellato la stanchezza prima del Keynote speech in cui in 3 minuti, davanti alle 3 aziende, agli addetti ai lavori di H-FARM e agli altri hacker abbiamo presentato il nostro progetto e, infine, non vi racconterò della soddisfazione per aver vinto, tra 10 team, il premio come miglior progetto realizzato per Ferrari.

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Il nostro MCI parteciperà con i propri studenti al prossimo H-ACK a tema “travel” del 5-6 aprile. Ecco quindi i miei 8 consigli per partecipare e vincere un H-ACK:

1- durante la formazione dei gruppi non abbiate vergogna: avere un buon team è determinante per il risultato finale.
2- mentre vi occupate di quanto al punto 1-, conquistate uno spazio per voi e il vostro gruppo. La serra è piuttosto affollata durante i due giorni e avere uno spazio vitale accettabile è importante.
3- se avete intenzione di costituire il vostro team anziché inserirvi in un altro già in via di formazione, arrivate a H-FARM con le idee già chiare sul brief da seguire: il developer che tanto vi serve vorrà conoscerlo prima di dirvi di sì.
4- Individuate subito il leader del vostro team. Certo, un leader non si sceglie a tavolino ma evitate situazioni ambigue e se c’è qualcuno che dimostra di avere le skill giuste, appoggiatelo: le aziende e i mentor vorranno sapere chi è il vostro portavoce e inoltre avere una figura di riferimento vi permetterà di prendere più rapidamente delle decisioni.
5- portate il sacco a pelo. Neanche io volevo dormire ma alle 5 di mattina la stanchezza si fa sentire e sarà meglio evitare di fare come quel tizio che si è dovuto accontentare di una panca ed è caduto durante il sonno.
6- H-FARM vi mette a disposizione delle docce. Approfittatene per svegliarvi e schiarirvi le idee durante la notte e anche per permettere un lavoro più sereno ai vostri compagni.
7- vi daranno soltanto un bicchiere di birra a cena ma se lo chiederete non ve ne negheranno un secondo (e nemmeno un terzo).
8- partecipate ad un H-ACK, costi quel che costi.

Ci vediamo a Roncade questo fine settimana. Stavolta in FARM si sentirà parlare un po’ meno veneto e un po’ più toscano.

Grazie Fausto per le tue preziose “istruzioni d’uso!”. Tutti pronti per partire?