Pubblichiamo il post di Brenda Viviani, partecipante alla settima edizione del Master.

Giulia Scarpaleggia, food blogger toscana, ci racconta la sua ricetta per il successo.

Quando la incontro, Giulia è seduta sulla scalinata davanti alla chiesa di Santa Croce, nel cuore di Firenze. Insieme a lei c’è un simpatico gruppo di ragazzi che scattano centinaia di foto. Mi ci vuole qualche secondo prima di rendermi conto che siamo nel bel mezzo dell’“Instameet”, il meeting per la community fiorentina di Instagram. Dopo tutto, dove potevo incontrare una vera comunicatrice appassionata di fotografia?
Giulia è sorridente e disponibile, ha occhi così svegli e curiosi che sembra una bambina. Però non è naive, è una trentenne frizzante, con una laurea in Scienze della Comunicazione nel cassetto e la voglia di scoprire nuovi ambiti dove poter applicare le sue abilità. Finite le riflessioni accendo il registratore.
B: – “Quando nasce la tua passione per il cibo? Iniziamo con una domanda da premio Pulitzer…”
G: – “La passione per il cibo c’è sempre stata” dice Giulia paziente, “la domenica mattina preparavo sempre il dolce con mamma e nonna, la passione per il cibo è proprio in famiglia. Ma la voglia di creare nuove ricette è più recente, è da circa cinque anni, mentre il mio blog ne ha quattro…”
Continua raccontandomi che una volta, dopo essere tornata da una giornata di interpretariato (n.r. Giulia ha un amore spassionato per l’Inglese) in cui si parlava di cucina, si è incuriosita seriamente all’argomento, ha iniziato a scrivere ricette traducendole anche in inglese, poi si è divertita a fare scatti ai piatti che preparava e ha scoperto il mondo del food blogging, fino ad aprire un blog tutto suo, che nel frattempo è diventato un ricettario on-line ricco dei classici toscani e altre ricette di sua creazione. Continuo dunque le domande incuriosita.
B: – “Quando hai capito che quello del blogger poteva diventare una vero e proprio lavoro? Sì insomma… quando sei passata dal virtuale al reale?”
G: – “Per tre anni ho svolto una doppia vita”, scherza, “lavoravo di giorno e bloggavo la notte. Poi però, quando mi hanno detto che a lavoro forse non mi avrebbero rinnovato il contratto, e soprattutto in seguito a piccole collaborazioni con vari giornali, ho capito che se avessi investito più tempo in formazione personale e mi fossi dedicata tutto il giorno al blog qualcosa sarebbe potuto cambiare.”

Guilia-Juls-Kitchen
B: – “Ma secondo te quella del blogger è davvero una professione che si può svolgere per tutta la vita?”
G: – “Secondo me il blogger non è una vera e propria professione. Io almeno, non mi guadagno da vivere con il blog. Mi serve come una vetrina, un portfolio online in cui mostrare quello che so fare: le ricette, le video ricette e le foto. Sto comunque studiando per diventare fotografa, in particolare nel settore del cibo, sto tenendo anche dei corsi di cucina. Tutto questo grazie al blog. Io mi definisco blogger, ma l’essere blogger non mi permetterebbe di vivere, mi serve per fare altro.
B: – “ Infatti, so che scrivi libri di cucina, il primo “Le ricette di mia nonna” edito MediaGroup e uscito nel 2011 è stato un successo, stai già pensando al prossimo?
G: – “Lo spero, perché scrivere è la dimensione perfetta per me, c’è sicuramente meno libertà che in un blog, ma la presenza di un progetto editoriale, e il fatto di lavorare con professionisti ti arricchisce e insegna molto.”
Mi sono stupita di quante cose sia riuscita a fare in poco tempo, lei non vive in un mondo virtuale, è una professionista con i piedi per terra. Continuo con le domande, spingendomi su una dimensione più personale.
B: – “La professione del comunicatore è sempre molto difficile da spiegare ai propri genitori: tu come ci sei riuscita?”
G: – “Ahahah… mia mamma ha sempre detto che avevo iniziato a scrivere online perché non avevo un ragazzo, poi vedendomi realizzare in prima persona il percorso che mi ha portato ad aprire un blog e a fare corsi di cucina, ha capito l’importanza e l’impegno richiesto. Per dire… mio babbo legge tutti i post e i commenti e mi corregge quando mi dimentico di una “e”! Erano preoccupati di avere una figlia laureata che era finita a cucinare, ma adesso, hanno capito che, oltre al cucinare, c’è il comunicare la Toscana e la nostra cultura culinaria agli stranieri, capacità che sicuramente ho sviluppato anche grazie ai miei studi.”
B: “Ti chiedo 3 consigli da dare a chi ha qualcosa da dire e lo vorrebbe scrivere in un blog”
A questa domanda risponde di un fiato, ha le idee chiare.
G: “Onestà al 100%, altrimenti se si finge di essere qualcosa che non siamo, alla lunga si finisce con il non essere coerenti in ciò che si scrive. L’impegno, perché essere superficiali non paga. E terzo consiglio… direi la pazienza. Perché ci vuole tempo, e poi se apri il blog per fare una professione parti con il piede sbagliato. Se apri il blog per una passione che poi si può trasformare in altro, allora beh può essere un buon inizio.
Ci siamo salutate dopo uno spritz e un po’ di stuzzichini. E’ stato un’incontro che mi ha dato non pochi spunti di riflessione. Ho sempre desiderato avere un blog che funzioni, mi ha aiutato a capirne la complessità. Per il momento consiglio di fare un giro tra i post di Juls’ Kitchen. Io ho iniziato dalla famosa “Frittata dei poveri“… ma non mi sembra facile nemmeno quella.