Pubblichiamo il post di Daniele Cortonesi, partecipante alla X edizione del Master.

Nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale del nostro Paese gli aspetti organizzativi e relazionali, congiuntamente a quelli di natura clinica, assolvono ad una funzione essenziale nel soddisfare le esigenze dei vari stakeholders, e al tempo stesso, nel conseguimento dell’obiettivo dell’ottimizzazione del modello.

Anche nel sistema trasfusionale italiano, che sta conoscendo una vera e propria rivoluzione negli ultimi anni, la comunicazione interna tra strutture e operatori e quella esterna con il mondo del volontariato e i donatori, costituisce un elemento decisivo per una adeguata performance. La fase storica che la rete trasfusionale italiana sta conoscendo, rappresentata dalla costruzione di un moderno impianto istituzionale e organizzativo che dovrà, a regime, omologarsi a quello più avanzato dell’Unione Europea, offre una opportunità inedita per l’affermazione di un nuovo modello di raccolta e utilizzo del sangue, con la crescita professionale di migliaia di operatori e la valorizzazione delle migliaia associazioni di volontariato e dei milioni di donatori di sangue.

Quando parliamo di sistema trasfusionale italiano intendiamo una complessa macchina organizzativa e logistica che copre tutto il territorio nazionale, costituita da oltre 1 milione e 700 mila volontari che donano ogni anno circa 3 milioni di unità, fra sangue e plasma, che consentono di curare e salvare la vita a una media di 1700 pazienti al giorno.

Il passaggio cruciale che ha apportato cambiamenti radicali al sistema è avvenuto con l’approvazione della Legge n. 219 del 21 ottobre 2005 “Nuova disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale degli emoderivati “ che ha rappresentato lo spartiacque tra un mondo fatto di donazione, raccolta e trasfusione del sangue ad un altro che sta conoscendo una rivoluzionaria evoluzione con l’avvio di una fase che porterà ad una radicale trasformazione dell’intero sistema. La qualità e la sicurezza degli emoderivati attraverso severe verifiche esterne, i processi di accreditamento delle strutture trasfusionali, la formazione permanente degli operatori, l’adeguatezza dei flussi informativi, la funzione centrale dell’emovigilanza, l’attivazione di specifici protocolli finalizzati all’accertamento della idoneità dei donatori, fino ad arrivare al modello più avanzato costituito dalle Officine Trasfusionali, prototipo di “modello industriale” per la produzione di emoderivati.

In questo ambito, negli ultimi anni, è stato compiuto anche un significativo salto di qualità relativo ai processi di comunicazione.

Dal 2009 al 2013 il Centro Nazionale Sangue (C.N.S.) ha predisposto piani annuali di comunicazione che hanno voluto rappresentare la sperimentazione di un modello innovativo. Per la prima volta, infatti, si è andati oltre il tradizionale impianto comunicativo che per tanti anni si è incentrato prevalentemente sullo spirito e la finalità solidaristica.

dona sangue 2015

Il salto di qualità realizzato, condiviso ed apprezzato dal sistema, ha portato alla definizione di un senso nuovo della donazione del sangue legato agli stili di vita sani attraverso l’uso di linguaggi e media innovativi, al potenziamento del rapporto con gli attori del “terzo settore” e le istituzionali pubbliche ed enti privati. Inoltre una più adeguata promozione dell’immagine del Centro Nazionale Sangue attraverso la realizzazione di campagne sociali di informazione/divulgazione di tematiche riguardanti la materia, un più strutturato e permanente rapporto con i tradizionali organi di informazione e i social media, teso a valorizzare e a far conoscere il mondo della donazione del sangue.

Dal 2008 al 2014, infine, il Centro Nazionale Sangue ha promosso campagne nazionali sul tema della donazione del sangue che hanno costituito un nuovo modello, generatore di contenuti comunicativi moderni ed originali.

Tutto questo è sufficiente a supportare questa nuova fase che riguarda tutto il mondo della donazione del sangue, con adeguate azioni di comunicazione?

La comunicazione può offrire un contributo determinante rispetto ai nuovi traguardi e alle scommesse che il sistema si trova a realizzare. Il mondo trasfusionale può, infatti, diventare un originale modello dove si sperimenta il complesso delle azioni di comunicazione, da quella d’impresa a quella organizzativa, dalla comunicazione integrata a quella istituzionale. Anche la comunicazione interna, in un settore cosi delicato e complesso a causa della valenza sanitaria, sociale e pure economica, è destinata a diventare un fattore determinante per creare e diffondere conoscenza, condividere obiettivi e valori, gestire il cambiamento e il benessere organizzativo e costruire relazioni di fiducia tra le migliaia di operatori che dall’interno del sistema sanitario pubblico o dalle strutture del “terzo settore” contribuiscono ogni giorno al funzionamento del sistema.

Per questo motivo una riflessione sulla evoluzione di un sistema complesso come quello della donazione del sangue può costituire in modo pertinente un tassello del grande puzzle della Comunicazione d’Impresa.

 

FONTI

www.centronazionalesangue.it/pagine/normativa

www.centronazionalesangue.it/pagine/europa

www.centronazionalesangue.it/pagine/toscana

www.centronazionalesangue.it/pagine/cns-001

www.centronazionalesangue.it/pagine/campagne-di-comunicazione

www.regione.toscana.it/-/centro-regionale-sangue