Pubblichiamo il post di Camilla Meloni, partecipante alla settima edizione del Master.

Il giusto mix tra pianificazione e creatività portano un video ad essere un fenomeno virale. I ragazzi di Ebuzzing, cercano di spiegare nel libro “Viral Video”, le tecniche e le opportunità date dai video virali, quei video che riescono, in poco tempo, a registrare un alto numero di visualizzazioni grazie al passaparola tra un utente e un altro.
Questa diffusione avviene grazie al contenuto del video stesso, ma anche grazie alla strategia di distribuzione elaborata.
Se c’è quindi il giusto mix tra pianificazione e creatività si arriva ad avere video visti da milioni di persone in pochissimo tempo.

Viral Video
Gli autori nel libro cercano di spiegare le dinamiche e le giuste mosse per far sì che questo avvenga, evidenziando nel loro lavoro 7 regole d’oro:

• la centralità della storia. Nei video virali, la storia è al centro di tutto il meccanismo, è più importante del prodotto che si vuole pubblicizzare. Il quale ha un ruolo marginale;

• i primi cinque secondi. Si deve cercare di catturare l’attenzione dell’utente nei primi cinque secondi incuriosendolo e tenendolo incollato fino alla fine del video;

montagna russa emozionale. Bisognerebbe alternare, nel video, momenti di tristezza a momenti di gioia, tenendo viva l’attenzione dell’utente fino alla fine del video. Si dovrebbe riuscire a creare un vero e proprio saliscendi emozionale;

distribuirlo alle persone giuste. Nelle prime fasi di distribuzione è importante scegliere con cura gli influencer a cui dare il video. L’uso di testimonial, contrariamente a ciò che si possa pensare, non garantisce dei risultati soddisfacenti;

sorprendere e non scioccare. L’elemento sorpresa è perfetto per generare viralità, bisogna stare attenti però a non scioccare lo spettatore. Nessuno vuole condividere un contenuto che crei disgusto o cose simili, quindi lo shock limita la possibilità di condivisione;

le prime 48 ore sono fondamentali. Riuscire a raggiungere una massa critica di visualizzazione nelle prime 48 ore di vita del video è fondamentale. In queste ore si potrà capire se il video ha delle chance per diventare virale oppure no;

le dimensioni non contano. Si parla più specificatamente di visualizzazioni. Queste sono importanti ma l’elemento veramente necessario per un video virale sono le condivisioni. Per aumentarle si può inserire a fine video delle call to action, una vera e propria “spinta” ad eseguire un’azione.

Ora, anche se queste sette regole rappresentano degli ottimi consigli, da sole non bastano per rendere virale un video. Non si tratta più di un fenomeno spontaneo, ma c’è bisogno di un’attenta e studiata pianificazione della distribuzione scegliendo appunto i canali giusti e le giuste metodologie per portare l’utente a diventare non solo lo spettatore ma un veicolo di diffusione del video stesso.