Pubblichiamo il post di Davide Canella, partecipante alla sesta edizione del Master.

Social network, blog e forum sono diventati in questi anni un calderone gigantesco di informazioni, dove gli utenti sono attratti dalla possibilità di pubblicare gratuitamente e senza limiti tutto ciò che gli pare.

La libertà di pubblicazione è un diritto che sul web non può essere precluso, ma l’esigenza di comunicare contenuti brevi e sintetici sta per imporsi come uno dei principi fondamentali delle pubblicazioni on-line. Ne sanno qualcosa ad esempio gli utenti di Twitter, in quanto i loro post sono costituiti da un massimo di 140 caratteri.

Un recente studio sostiene che l’80% degli utenti in Rete non legge riga per riga i testi on-line, ma tende a cercare – come su una mappa visiva – quello che più gli interessa, spesso perdendo il filo conduttore del discorso.

Il Prof. Giovanni Boccia Artieri, nel corso della lezione tenuta all’interno del Master, per spiegare le modalità di partecipazione e di fruizione dei contenuti in Rete, ha affermato:

Noi abbiamo un’abitudine di lettura che va dall’inizio alla fine (un libro), mentre nei blog si leggono prima gli ultimi post. Cambiano le attese e si riduce l’attenzione dei lettori, di conseguenza cambiano anche le modalità di scrittura. Il vero problema è che la società sta riprogrammando la nostra vita interiore (cambia il modo di stare in società, le sue priorità, il modo di rapportarsi agli altri) da diversi punti di vista. In particolare, dal punto di vista bio-cognitivo, nell’abitare la rete, vengono sollecitate alcune aree del cervello più di altre”.

Come fare quindi a spingere l’utente a leggere interamente il post pubblicato, catturare la sua attenzione in pochi istanti e motivarlo a lasciare un commento e/o condividere sui propri social-network il post appena letto? Come comportarsi di fronte all’esigenza di spiegare sinteticamente un argomento ostico e articolato?

Una  soluzione piuttosto semplice sta trovando largo consenso sul web proprio in questi ultimi anni. E’ la cosiddetta “infografica”, il cui utilizzo permette di acquisire o apprendere enormi quantità di informazioni in pochissimi istanti, proprio grazie all’elementare e sintetica forma di comunicazione. Come lascia dedurre anche il nome “info-grafica”, infatti, essa può essere considerata come una sorta di “fumetto”, costituito cioè da elementi puramente grafici accompagnati da elementi di tipo testuale (in genere con una funzione didascalica). L’insieme combinato di più elementi rappresenta un messaggio completo e conciso, in grado di essere veicolato in brevissimi istanti.

Così ha spiegato Giovanni Boccia Artieri il motivo di questo grande successo:

oggi è cresciuto l’utilizzo dell’infografica. Dal riassunto in grassetto all’interno dell’articolo, ai capoversi più grandi, all’impaginazione grafica che porta anche dal punto di vista visivo a capire immediatamente il senso dell’articolo. Ciò è possibile poiché noi abbiamo due modalità di apprendimento, una astratta (simbolico-ricostruttiva) e una pratico-sensoriale. Attraverso un’infografica, in pratica, si può leggere un articolo anche solo dai segni di meta- comunicazione presenti al suo interno.

http://pinterest.com/source/infografiche.com/


A questo proposito, in un recente articolo tratto da uno studio della mia tesi di laurea e pubblicato sul mio blog personale, ho cercato di spiegare le potenzialità comunicative delle vignette umoristiche nell’informazione giornalistica. Le vignette umoristiche (elementi visivi derivati  dal “fumetto”) costituiscono la forma più elementare e semplificata di ciò che rappresenta un’infografica.

Ecco, in conclusione, alcuni esempi di infografica.

Davide Canella